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Partendo dall'oblio dell'evento morte nella società moderna e contemporanea, l'autore sposa appassionatamente la prospettiva del grande filosofo greco Platone, intendendo la filosofia come "contemplazione della morte". Attraverso una ouverture fenomenologica dell'evento morte, si entra subito nel vivo del trattato che si compone di tre parti: una prima riflessione teoretico-esistenziale sulla filosofia della morte; un excursus storico-filosofico in cui si scandagliano le principali tappe della filosofia occidentale, dai presocratrici a M. Heidegger; e infine un epilogo teoretico-teologico della filosofia della morte. Intervallano i capitoli e la densa prosa filosofica piacevoli componimenti poetici, detti Xenien (doni ospitali), che danno, nel loro intenso vissuto sapienziale, una carica lirica e suggestiva all'intera trattazione. La morte è, per Coviello, "una zattera verso l'eterno", e le vie metafisiche che egli ci propone in questo saggio sono essenzialmente tre: la via dell'amore, la via della speranza e la via della santità.